Fabio Di Paola

Perchè Armando Diaz ?

21 Maggio 2021 Prima Guerra Mondiale Storia 0

Una delle prime conseguenze dell disastro di Caporetto ,avvenuto durante la Prima Guerra Mondiale nell’ottobre del 1917, fu la rimozione del Generale Luigi Cadorna dalla sua posizione di Capo di Stato Maggiore Generale.

Da un lato si trattava di una scelta ovvia , il capo di stato maggiore pagava non solo la sconfitta di Caporetto ma anche le ruggini ed i conflitti che perduravano fra lui ed il governo.
Ma non solo.

Il 6 novembre 1917, durante il convegno di Rapallo, gli alleati Anglo-Francesi subordinarono l’invio di loro truppe in Italia all’esonero immediato di Cadorna, cui addebitavano la gravità della sconfitta italiana, il caos della ritirata e il cattivo funzionamento del Comando supremo.

Fin qui nulla di stupefacente , Luigi Cadorna era il Capo di stato maggiore ed era quindi in un certo senso naturale che pagasse il disastro di Caporetto con la rimozione (sebbene addolcita dalla nomina a rappresentante dell’Italia nel consiglio Interalleato)

Al suo posto fu nominato Armando Diaz, aggiungendogli come sottocapi i generali G. Giardino e P. Badoglio, su indicazione rispettivamente del re e di Orlando e L. Bissolati.
Diaz era allora un generale “giovane” (aveva all’epoca 56 anni) e fino a quel momento non era salito nella gerarchia militare più in alto dell’incarico di comandante di un Corpo d’Armata, il XXIIIesimo, aveva diretto un dipartimento del Comando Supremo ma non si era mai distinto per azioni particolarmente brillanti o clamorose.

Era insomma quello che oggi defineremmo un “outsider” ed infatti la sua nomina fu una sorpresa per tutti : aveva scavalcato con questa promozione dei colleghi più anziani e più titolati di lui , tra cui il Duca d’Aosta , cugino del Re e comandante della Terza Armata.

Vittorio Emanuele III rifiuto’ questa nomina: come dissero i benigni, perche’ non voleva legare direttamente il nome di casa Savoia ad un esercito che in quel momento non dava certo garanzie di tenuta e di vittoria; oppure come sostennero i maligni, perche’ era invidioso del piu’ aitante cugino e desiderava offrirgli meno occasioni possibile per mettersi in mostra.

E quindi perchè Armando Diaz ?

Non ho mai trovato motivazioni ufficiali di questa scelta .

Nelle memorie di Vittorio Emanuele Orlando questa scelta viene descritta in modo rapido e conciso :

“.. Sua Maestà mi disse che egli aveva presente un nome ma desiderava che io comunicassi il mio. “Il Generale Diaz” dissi obbedendo a un desiderio che era per me un ordine.
“E’ pure il nome che Le avrei proposto..” rispose Vittorio Emanuele III

Nessun accenno alle motivazioni , che non potendo essere meramente basate sull’anzianità e sulla carriera nè tantomeno sulle strategie ed i meriti di guerra , vanno ricercate altrove.

E la spiegazione migliore mi pare essere il modo completamente diverso di intendere il comando e la gestione dell’Esercito: il Re nelle sue visite al fronte carsico aveva appreso a stimarlo per le sue doti di comandante e la capacità di avere rapporti positivi con i soldati e con i superiori.

Il Generale Diaz infatti si dimostrò abile nel gestire l’Esercito ed i rapporti fra il Comando Supremo ed il governo, esortò le truppe a combattere per la Patria, la famiglia e l’onore, eliminando quel clima di terrore che si era diffuso con Cadorna.

Diaz fu in grado di ridare fiducia ai soldati in un momento chiave, quando non si poteva più pensare all’offesa, a Trento o a Trieste, ma semplicemente a resistere sul Piave ed evitare la sconfitta definitiva.

Armando Diaz dimostrò, a differenza del generale Cadorna, una grande sensibilità ed attenzione per la condizione delle truppe, cui venne riservato, finalmente, un adeguato trattamento; Diaz decise anche di porre fine alla scriteriata tattica degli assalti frontali, serviti soltanto a distruggere il morale dei soldati, che si vedevano considerati, dagli alti comandi, come degli agnelli sacrificali.

Grazie alle sue doti, Diaz riuscì a risollevare le sorti di un esercito che, dopo Caporetto, era prossimo alla disgregazione e che ora sembrava in grado di contrastare l’avanzata nemica, come effettivamente fece.

Alberto Consiglio, autore della biografia “Vittorio Emanuele III, il Re silenzioso” così descrive la scelta del Re di affidare l’incarico a l Gen. Armando Diaz:

” …lui e non altri aveva scelto il successore di Cadorna nel generale Armando Diaz. Bisognava avere fiducia nella sua scelta; va bene questo Diaz non era che un comandante di un Corpo d’Armata; aveva, sì, diretto un dipartimento del Comando Supremo, ma non si era distinto per azioni particolarmente brillanti o clamorose; ma il re lo scelse non per meriti particolari ma per le sue doti umane.

Uno dei due sottocapi di stato maggiore, che gli erano stati assegnati, il Gen. Pietro Badoglio, era sì molto brillante, ma aveva comandato proprio il Corpo d’Armata che teneva il settore del fronte dove si era prodotto lo sfondamento: e l’inchiesta successiva sulla sua azione di comando in quel frangente, non pronunciò un giudizio del tutto favorevole”.