Fabio Di Paola

Il matto del paese e la tastiera

31 Luglio 2019 Cose varie 0

C’era una volta un piccolo paese, un paese di quelli sparsi nella campagna in pianura. Un paese di quelli dove non capita (quasi) mai nulla , dove ci sono 3 o 4 bar, la chiesa ed una trattoria. Un paese dove tutti si conoscono.

Quanti ne esistono così in Italia o nel mondo ? Che poi non deve essere nemmeno in pianura: potrebbe essere benissimo in montagna o vicino al mare.

Ecco, provatevi ad immaginare un paese di questo tipo; magari ne avete visti o visitati qualcuno e quindi è più facile. Potrebbe essere Brescello, il paese di Peppone e Don Camillo o comunque molto simile.

La vita e persone che vivono in questo paesi sono abbastanza simili fra di loro , le figure tipiche del paese sono sempre le stesse: il medico, il parroco, il sindaco e così via. Ed il matto.

In quasi tutti i paesi c’è appunto “il matto del villaggio”. Quello innocuo , non pericoloso, che tutti conoscono ed a cui magari offrono anche da bere perchè in questo modo possono stare a sentire le stramberie che dice e farsi quattro risate. Gli argomenti del “matto del villaggio” erano i più vari , dalla politica alla religione e terminavano quasi sempre con le più improbabile asserzioni.

Anche Milano (che non è esattamente un villaggio) aveva un “matto del villaggio” ben conosciuto alla fine degli anni settanta: si firmava C.T. e si aggirava per il centro di Milano proclamando che “la chiesa ci uccide con l’onda”. Non faceva null’altro , voleva solo essere ascoltato. Ed a tante persone era anche simpatico, in fondo non faceva nulla di male e riusciva anche a strapparti un sorriso: chi vuoi che gli credesse ? Chi avrebbe concordato con lui sul fatto che “la chiesa ci uccide con l’onda” ?

Nulla ha cambiato questa tipologia di personaggio e tutto è restato immutato fino all’avvento di internet e dei social (specialmente Facebook).

Se prima i matti del villaggio erano isolati e non avevano contatti fra di loro l’avvento di Facebook ha radicalmente cambiato la situazione.

Ora possono discutere fra loro, darsi ragione, coinvolgere altre persone e magari convincerle. Hanno scoperto di non essere più soli, di avere un megafono che amplifica le loro convinzioni ed hanno anche trovato altre persone che danno loro seriamente ragione. Una cosa mai successa prima! Non sono solo ed altri la pensano come me !

Ecco quindi il proliferare di idee e concetti perlomeno “strani” su Facebook, un effetto collaterale che probabilmente Zuckenberg non aveva previsto ma che, a pensarci, è perfettamente normale.

Tanto per fare un esempio guardate l’immagine qui sotto: è tratta dalla pagina Facebook “Idioti senza frontiere” che si diverte a raccogliere questo tipo di post . Leggendoli a volte mi fanno quasi tenerezza, altre volte mi spaventano seriamente.

Abbiamo tolto i matti del villaggio dal loro paese e li stiamo spargendo per il mondo , sono stati tolti dal loro isolamento per raggrupparli e fare in modo che si diano forza uno con l’altro.

Se prima le loro idee erano confinate nel bar del paese ora tutti le possono leggere e conoscere.